CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Lavoro e Formazione

Cerca nel blog

domenica 8 marzo 2015

ISTRUZIONE – Corsi di recupero, in 4 scuole su 10 non si organizzano, sempre più a pagamento e tenuti dagli studenti più bravi. Anief: istituti costretti alla gestione creativa, ringraziamo governi e sindacati

nlogoanief
 
È sempre più disatteso l'articolo 2 dell'O.M. 92/2007, introdotto dall'ex ministro Giuseppe Fioroni: secondo un sondaggio nazionale su 3mila studenti, nel 37% dei casi le lezioni di recupero non sono organizzate dagli istituti, solo il 18% dei ragazzi sostiene che nella sua scuola esiste la possibilità di frequentarli per tutte le materie e non di rado si delegano ai "primi della classe". Uno studente su tre costretto alle lezioni private.
 
La situazione è sempre più critica: le scuole vantano centinaia di migliaia di euro di finanziamenti mai arrivati. Nell'anno in corso, dei 1.480 milioni di euro che il Miur ha destinato al Miglioramento dell'offerta formativa, utili anche a far svolgere attività di recupero debiti formativi e di integrazione degli alunni, sono arrivati appena 642mila euro da suddividere per oltre 8.400 scuole. 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): quello che sta succedendo è anche figlio del contratto collettivo nazionale, sottoscritto il 13 marzo 2013 con l'avallo dei sindacati rappresentativi, che in cambio della salvaguardia di quegli scatti di anzianità, di cui il personale avrebbe avuto comunque diritto, hanno dato l'assenso al 'saccheggio' dell'unica indennità annuale utile a finanziare pure i corsi di recupero. Anziché andare ad eliminare i veri sprechi dello Stato, si è pensato di sacrificare il servizio. La vicenda dei corsi di recupero assegnati da sempre più scuole a ex docenti, ora in pensione, fa parte dello stesso comune denominatore.

Le scuole sono sempre più in difficoltà economica e riescono ad organizzare sempre più a fatica i corsi di recupero degli alunni con carenze formative: in più di qualche istituto quest'anno sono stati proposti solo a pagamento. Sono indicazioni davvero preoccupanti quelle che giungono da un ampio sondaggio, condotto dal portale Skuola.net, sui corsi formativi supplementari introdotti con l'articolo 2 dell'ordinanza ministeriale 92/2007, voluta dall'allora ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni: "nel 37% dei casi gli studenti denunciano che non sono stati organizzati dalla propria scuola. Quando invece succede, per 1 studente su 10 sono a pagamento".

Il portale studentesco "ha chiesto a circa 3.000 ragazzi tra i 14 e i 19 anni se nelle loro scuole siano stati organizzati corsi di recupero in seguito alle pagelle di metà anno, e quasi 2 su 5, il 37%, hanno dichiarato che ciò non è successo. Il problema è che i corsi di recupero hanno un costo, e non tutti gli istituti hanno la possibilità di far fronte a questa spesa. Così la soluzione, a volte, può essere chiedere denaro alle famiglie. Quando i corsi di recupero ci sono, infatti, in 1 caso su 10 sono a pagamento". Inoltre, "solo il 18% dei ragazzi sostiene che nella sua scuola esiste la possibilità di frequentarli per tutte le materie, mentre la maggior parte, circa il 45%, vive una situazione di compromesso", con i corsi attivati solo "per alcune delle materie dell'offerta formativa"

Ma non è tutto: detto che "la soluzione in alcuni casi è chiedere un contributo ai genitori", per gli studenti che pagano, i costi cominciano ad essere tutt'altro che simbolici: risultano "sotto i 50 euro nel 70% dei casi, mentre circa 1 studente su 5 dichiara che nel suo istituto si pagano tra i 50 e i 100 euro a corso. Per 1 su 10, invece, il prezzo supera i 100 euro". Non è un bel segnale, poi, quello che riguarda un ragazzo su quattro: nel 25% dei casi, i corsi di recupero sono attivati "durante le ore mattutine, presumibilmente organizzando periodi di ripasso collettivo. Questo permette alle scuole di evitare di trattenere gli insegnanti oltre l'orario, cosa che avrebbe i suoi costi. Un altro metodo adottato è quello di delegare ai "primi della classe" il recupero degli studenti insufficienti. Succede nel 5% dei casi", fortunatamente, ma è davvero un bruttissimo campanello d'allarme. Senza dimenticare che 1 studente "su 3 metterà mano al portafoglio e ricorrerà alle ripetizioni private". E dove non sarà possibile, "1 su 2 si metterà sui libri cercando, in tutta solitudine, di colmare le proprie lacune tramite uno studio matto e disperatissimo". 

La situazione sta peggiorando di anno in anno: solo qualche settimana fa gli autori della trasmissione 'Presa Diretta', su Rai Tre hanno ricordato che le scuole negli ultimi dieci anni hanno aspettato inutilmente oltre 500 milioni di euro che sarebbero dovuti servire al loro funzionamento ordinario, tanto che alcuni istituti vantano crediti dal Miur per oltre 300mila euro e tante famiglie sono dovute subentrare proprio per far svolgere attività di recupero e progettuali. Anche il saldo dei finanziamenti dell'anno in corso è negativo: dei 1.480 milioni di euro che il Miur ha destinato al Miglioramento dell'offerta formativa, utili anche a far svolgere corsi recupero e di integrazione degli alunni, oggi sono rimasti solo 642mila euro da suddividere per oltre 8.400 scuole. 

"È un dimezzamento che fa gridare allo scandalo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché mentre il Governo continua a parlare di Buona Scuola e di rilancio dell'istruzione pubblica, gli accordi sottoscritti sono orientati all'opposto. Sempre con il via libera degli altri sindacati, anche loro in disaccordo con chi amministra la scuola solo quando sono lontani dai tavoli di confronto. Quando si tratta di decidere, invece, si rivelano accondiscendenti e sottoscrivono accordi a perdere. È esemplare quanto stabilito dall'articolo 2, comma 1, del contratto collettivo nazionale del 13 marzo 2013, che in cambio della salvaguardia di quegli scatti di anzianità, di cui il personale avrebbe avuto comunque diritto, hanno dato il loro assenso al 'saccheggio' dell'unica indennità annuale utile a finanziare corsi di recupero e attività di completamento della didattica".

"Non bisognava essere un esperto di scuola – continua il sindacalista Anief-Confedir – per comprendere che gli agnelli sacrificali di questa politica sarebbero stati il personale scolastico, gli alunni e le famiglie. Anziché andare ad eliminare i veri sprechi dello Stato, ad iniziare da quelli ancora ancora presenti nella politica, si è pensato di mettere mano al cosiddetto Miglioramento dell'offerta formativa: un capitolo di spesa fondamentale per le scuole, che senza questi fondi si condannano al disservizio".

"La vicenda dei corsi di recupero assegnati in sempre più scuole a ex docenti, ora in pensione, fa parte dello stesso comune denominatore: si costringono i dirigenti scolastici a condurre gli istituti in modo 'creativo'. I quali, per portare a termine la mission formativa arrivano ad organizzare i corsi a pagamento oppure ad assegnarli ai pensionati. Intanto, si lasciano fuori dalle assunzioni almeno 100mila docenti abilitati, i neo-assunti si lasciano con la stessa busta paga per un decennio e bloccati nella stessa provincia per almeno tre anni, tutti i docenti e Ata si inquadrano con stipendi 4 punti sotto l'inflazione e si creano i presupposti – conclude Pacifico - per mandare i docenti e Ata più giovani con meno del 50 per cento dell'ultimo stipendio. Può essere questa la Buona Scuola?".

Per approfondimenti:

















8 marzo 2015                                                                                           

Nessun commento:

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *