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venerdì 30 ottobre 2015

Seminario formazione giornalisti

Si segnala il seminario per giornalisti patrocinato da Edizioni Ambiente.



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IL PIEMONTE PER L'AUTOMOTIVE - Per il workshop finale del progetto Ca(R)vour (coordinato dal Politecnico di Torino), presentati i risultati dei progetti finanziati nella piattaforma automotive della Regione

Nel corso del workshop finale del progetto Ca(R)vour (coordinato dal Politecnico di Torino), sono stati presentati i risultati dei progetti finanziati nella piattaforma automotive della Regione Piemonte. 


Torino, 30 ottobre 2015 – Sostenibilità e affidabilità saranno le parole chiave dell'automotive del futuro in Piemonte. Sono queste, infatti, le caratteristiche comuni dei 6 progetti finanziati nell'ambito della piattaforma automotive della Regione Piemonte e presentati oggi nel corso del workshop finale del progetto Ca(R)vour, coordinato dal Politecnico di Torino: Biomethair, Drapò, iDea, Piè Verde, Thor e, appunto, Ca(R)vour.

Il seminario è stato infatti l'occasione per raccogliere i risultati di tutti i progetti della piattaforma e delineare le prospettive future del settore automotive, con un confronto tra i soggetti coinvolti insieme al Direttore della Direzione Competitività del Sistema regionale Giuliana Fenu e al Delegato Nazionale H2020 "Smart, green and integrated transport", Angela Di Febbraro.

L'automotive rappresenta un settore produttivo e tecnologico fondamentale per la nostra Regione, nel quale la ricerca gioca oggi un ruolo ancora più importante, soprattutto nell'ottica della maggiore sostenibilità ambientale dei veicoli. 

Lo studio di nuovi propulsori sarà quindi strettamente legato alla realizzazione di sistemi di risparmio e stoccaggio dell'energia. Con questo scopo nasce il progetto Ca(R)vour, iniziativa realizzata da 8 partner (Agenform, Lithops S.r.l., LM Gianetti S.r.l., Mavel S.r.l.,  Opac S.r.l., Santer Reply S.p.A., Università di Torino, VI-Grade S.r.l.) coordinati dal Politecnico di Torino. 

Il progetto aveva come obiettivo lo sviluppo di batterie a ioni di litio ad alta potenza partendo da materiali innovativi, sicuri ed ecocompatibili, per veicoli elettrici. Cuore del progetto è anche lo sviluppo di un powertrain elettrico integrato con il telaio del veicolo per ottenere notevoli significativi miglioramenti delle perfomance.

Commenta la professoressa Silvia Bodoardo (docente del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia, Politecnico di Torino), responsabile del progetto Ca(R)vour: "Il prototipo-dimostratore realizzato nell'ambito del progetto può essere considerato come un interessante laboratorio modulare, che potrà avere sviluppi nella ricerca futura del settore. Proprio per confrontarsi sulle prospettive future in Piemonte e con un occhio all'Europa, magari guardando a nuovi progetti o altre forme di collaborazione, abbiamo pensato di organizzare un momento per presentare i risultati del lavoro di ricerca ed i prototipi sviluppati da tutti i progetti finanziati nella piattaforma automotive e una tavola rotonda a cui hanno preso parte Regione, Politecnico, Università di Torino, General Motors, Centro Ricerche Fiat, Iveco, Cecomp".

Per quanto riguarda le altre iniziative della piattaforma presentate nel corso del seminario, anche i progetti Piè Verde e Thor si sono concentrati sui motori elettrici: il primo, coordinato da Iveco, aveva l'obiettivo di studiare e sviluppare componenti altamente innovativi per veicoli commerciali elettrici e sviluppare adeguati modelli di utilizzo e i relativi servizi di supporto, in grado di agevolare il lavoro degli operatori logistici e di rendere gli spostamenti più confortevoli, ecologici e sicuri; il secondo, che ha come capofila Bitron, si è invece concentrato su tecnologie e sistemi abilitanti del sistema motopropulsore, del sistema veicolo e delle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica.

Combustibili di tipo differente sono stati invece oggetto di studio dei progetti Biomethair e iDea.

iDea, coordinato da General Motors Powertrain Europe, ha lavorato su applicazioni innovative della propulsione diesel. Le soluzioni tecnologiche studiate si sono concretizzate in un prototipo di nuova generazione per le esigenze post 2020 e la loro applicazione in una piattaforma ibrida multimodale.

Biomethair, basato su un powertrain evoluto a metano e coordinato dal Centro Ricerche Fiat, si è concentrato sulla filiera piemontese, capace non solo di sviluppare una vettura a bassissimi consumi e con un impatto ambientale quasi nullo, ma anche capace di produrre il combustibile necessario alla sua alimentazione partendo da biomasse di scarto.
Infine, il progetto Drapò (coordinato dal Centro Ricerche Fiat), si è concentrato su sistemi ausiliari integrati ad alta efficienza per migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni inquinanti di veicoli ad uso prevalentemente urbano.



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UNIVERSITA’: ANCI E CRUI SIGLANO ACCORDO QUADRO PER DIFFONDERE TECNOLOGIE SOSTENIBILI NEI COMUNI ITALIANI

''E' interesse primario del Paese e di ogni citta' quello di favorire lo sviluppo di un moderno sistema di formazione, a partire da quello universitario. Significa costruire un rapporto organico di cooperazione e comune impegno tra istituzioni, societa' civile e mondo accademico. E' proprio per questo che ANCI e CRUI saranno fianco a fianco nella realizzazione di questo obiettivo''.

E' quanto dichiara il Presidente ANCI, Piero Fassino oggi a Torino, in occasione della XXXII Assemblea ANCI.

''La citta' di Torino rappresenta un'eccellenza nella formazione e questo la fa essere grande citta' universitaria, che significa anche investire in alcuni settori quali mobilita', lavoro, servizi.  Con il Protocollo firmato oggi l'impegno garantito dai Comuni si estendera' a tutte le iniziative e le attivita' connesse alla presenza di poli universitari: Innanzitutto garantendo spazi adeguati – spiega Fassino – con politiche urbanistiche che favoriscano la valorizzazione del patrimonio universitario esistente e creino nuove opportunita' per dare vita a campus e centri di ricerca''.  C'e' poi la promozione della ricerca: ''Questa attivita' va sostenuta con spazi, dotazioni finanziarie, interlocuzione con investitori esterni e con il mondo delle imprese: i Comuni promuoveranno e accompagneranno questi processi''. 

Infine l'azione comune di ANCI e CRUI si focalizzera' sulla promozione dei territori e delle universita' a livello mondiale, ''con una sinergia tra Governi cittadini e universita', conclude Fassino''.

''Con il Presidente Fassino abbiamo firmato il Protocollo di Pavia, un protocollo che indica il perimetro e i contenuti di un'interazione e di una collaborazione tra citta' e universita',  indispensabile alla vita dell'une e delle altre e che contiene alcune soluzioni a problemi esistenti e l'apertura a possibilita' importanti di sviluppo''. Questo quanto dichiarato dal Rettore dell'Universita' di Pavia, Fabio Rugge, delegato del Presidente CRUI, Gaetano Manfredi. 


Torino, 30 ottobre 2015

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Ottimizzare delivery dei servizi e infrastruttura di rete: una serie di seminari per capire come


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La risposta è nella rete

Reti e sistemi si estendono oggi a utenti remoti e mobili, con ogni device, app e cloud.

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I seminari sono gratuiti e a posti limitati.
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09h00 - 13h00

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Hotel ibis Styles Roma Eur



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12 Novembre
09h00 - 13h00

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giovedì 29 ottobre 2015

Workshop "Il biometano nel mercato dell'autotrazione". Piacenza, 13 novembre 2015

"Il mercato del biometano per autotrazione fatica a decollare".

 

Nel workshop di Agroenergia si analizzeranno i fattori e si proporranno soluzioni. 


Dopo gli entusiasmi di tutte le organizzazioni del settore per la pubblicazione del DM 5.12.2013 da cui ci si attendeva un grande sviluppo del settore del biometano, soprattutto verso la destinazione dell'autotrazione; dopo 2 anni non risulta che alcun produttore di biometano si sia iscritto alla piattaforma Biocar del GSE, passo necessario per accedere agli incentivi per l'immissione del biometano al consumo. Questo non dipende tanto dal mancato completamento del quadro normativo, che è ormai in dirittura di arrivo, quanto dalla difficoltà dei produttori di biometano di rapportarsi con una filiera industriale come quella petrolifera e di perdere il ritorno economico degli investimenti.

Per favorire una riflessione, Agroenergia, con il patrocinio di FEDERMETANO,  organizza il 13 novembre a Piacenza, presso l'Hotel Ovest, un workshop dal titolo "Il biometano nel mercato dell'autotrazione". L' incontro metterà a fuoco le esperienze del mondo dei carburanti nell'ottica specifica del biometano, con interventi dei principali attori di questa filiera, dal settore della distribuzione e del trasporto del metano per autotrazione, alle società petrolifere.

Con un totale di 840.000 veicoli a gas naturale, l'Italia è il maggiore mercato europeo di auto a metano, con una rete di oltre 1000 stazioni di servizio, che coprono tutta l'Italia continentale e la Sicilia. Questi elementi rendono l'Italia uno dei paesi fondamentali per il successo del biometano come biocarburante avanzato e sostenibile in Europa. Se questo rende l'Italia un naturale banco di prova, ciò spiega altresì anche una certa cautela da parte del governo e degli enti istituzionali nel predisporre l'intero quadro normativo.

Il decreto sembra favorire chiaramente la destinazione del biometano al mercato dell'autotrazione e non sono previste detrazioni  dalle quantità prodotte, per gli autoconsumi di energia di digestore, upgrading e compressione.  Inoltre, negli impianti agricoli è possibile utilizzare una serie di colture dedicate (Tabella 1B), parificate ai sottoprodotti dal punto di vista del riconoscimento dei Certificati di Immissione al Consumo (CIC).

L'appuntamento è per il 13 novembre presso l'Hotel Ovest a Piacenza; il workshop ha posti limitati le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento dei posti disponibili e la quota di partecipazione al corso è di 100 Euro iva inclusa, gratis per gli associati a DAEL-Distretto Agroenergetico Lombardo, Federmetano, Fiper, Consorzio Monviso Agroenergia


A questo link il programma della giornata.


Join the Urban Photosynthesis session at the Disruptive Innovation Festival 2015

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In 2013, Arup led the development of the world’s first building facade that links photosynthesis to the mechanical systems of the building. 

The BIQ house cultivates microalgae on by feeding carbon emissions to generate biomass and solar thermal heat.

Constructed in Hamburg, the BIQ house is a living demonstration of the potential of using a 'waste' - CO2 in this case - as food for another purpose. The photobioreactors are integrated into the skin of the building, producing a brilliant visible display for passers-by.

Two years on from turning on the bioreactor for the first time, this webinar provides us with an opportunity to hear what Arup have learned about the technology, and where they hope to take it next. 

You are very welcome to join this session. Just register at  
https://www.thinkdif.co/emf-stage/urban-photosynthesis.

STEFANIA GIANNINI, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, alla quarta edizione degli Stati Generali della Cultura del Sole 24 Ore

Di seguito le dichiarazioni di STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca rilasciate durante la 4° Edizione degli Stati generali della Cultura del Sole 24 Ore.

 
"Grazie a voi, grazie a tutti e grazie al direttore Napoletano de Il Sole 24 ORE per questo invito, che è il terzo, se non ricordo male, e il secondo nella posizione in cui mi trovo di ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Grazie anche per questa veramente suggestiva apertura di riflessione che viene dal dibattito che mi ha preceduto. È difficile non cedere alla tentazione di sviluppare queste idee e anche di affermare che, se tutti i maestri e gli insegnanti italiani fossero come il Maestro Lorenzoni, francamente, forse non ci sarebbe neanche bisogno di un ministro, se non per fare una regia (Applausi) e un coordinamento delle qualità e delle eccellenze.
Il mio è un compito politico e, credo, anche culturale – parto da questo presupposto – ed è un compito, come sempre in politica, anche di rispetto di impegni e di visioni che si sono presentati in una stagione, l'anno scorso, in cui il Governo stava lavorando fortemente al tema dell'istruzione. Abbiamo avuto un dibattito acceso nel Paese per più di un anno e oggi abbiamo dei fatti nuovi.
Io qui mi ero espressa su due punti, lo scorso anno. Qualcuno lo ricorderà. In primo luogo, c'è bisogno di riportare i nostri studenti al cuore dell'identità nazionale. La nostra identità è fatta di varie componenti, ma sostanzialmente anche di una forte sensibilità e di una forte familiarità, diciamo pure istintiva, diciamo pure quotidiana, con il nostro patrimonio tangibile, ossia col patrimonio storico, culturale, artistico e musicale.
C'è bisogno che la scuola diventi di nuovo il motore di questa creazione di sensibilità. Noi abbiamo cercato di farlo e credo che l'abbiamo fatto con una legge che oggi è legge dello Stato e che, pur con alcune imperfezioni, offre una traccia e cerca di tradurre questa visione in alcune azioni concrete.
Il primo punto che voglio citare per sensibilizzare i ragazzi è far capire loro, a partire dalla scuola dell'infanzia e dalla scuola primaria, che quello che vedono nella loro città, che si tratti di Roma, di un piccolo comune o di una piccola città di provincia, è frutto di una storia millenaria che ha fatto dell'Italia la capitale indiscussa del mondo del patrimonio artistico. Per questo serve una visione, una contaminazione – se posso dire così – culturale, di sensibilità e anche emotiva, che i migliori insegnanti possono fare, e servono anche insegnanti che siano specialisti e preparati.
Con la legge n. 107 noi abbiamo assunto – stiamo definendo l'ultima fase, in queste settimane, di assunzioni – più 8.000 insegnanti preparati e specializzati in arte e musica. Complessivamente l'anno scorso erano 29.000. Si tratta di un numero significativo e di un'opportunità per la scuola italiana, nell'autonomia scolastica, che non abbiamo volutamente tradotto in più ore di storia dell'arte o in più ore di musica, proprio rispettando quella visione del laboratorio di idee e di progetti formativi che ogni scuola deve saper tradurre in quel particolare contesto. Abbiamo, però, fornito gli strumenti, le persone e la preparazione di base. Questo mi sembra un viatico e un punto di partenza molto importante e veramente fondamentale.
A mio parere, il contributo più forte che la nostra scuola può portare al titolo bello e suggestivo di questa edizione degli Stati generali della cultura, ossia investire in una nuova cultura, è un contributo che si fonda su una sfida che, di solito, è collegata al mondo della ricerca, al mondo dell'impresa, a quel mondo che è visto − a torto o a ragione − come l'anima produttiva della società, cioè l'innovazione. Invece no, amici cari. Credo che l'innovazione possa e debba partire sostanzialmente dai banchi di scuola, dalle aule e dall'insegnamento che le aule possono esprimere, da maestri ad allievi.
Si tratta di un'innovazione più profonda, in quanto va a toccare quella che, anche nel dibattito internazionale, si chiama oggi "innovazione sociale", quella che va a toccare i fondamentali dell'identità di un Paese, di una società. Noi, come Italia, nel contesto occidentale − dal mio punto di vista; voglio condividere con voi questa visione − abbiamo una carta in più da giocare, abbiamo una possibilità in più che oggi, con strumenti nuovi, risorse nuove e un investimento politico nuovo – che mi auguro si traduca anche in una partecipazione sociale a questo tema − può diventare realtà nel corso di pochi anni. La carta in più è quella di un sapere che storicamente è multidisciplinare, storicamente è fondato sull'idea che il sapere è unico. Non è una scissione, una separazione netta tra le scienze della natura e le scienze della cultura. Su questo si è basato il nostro Rinascimento, su questo si è basato quel patrimonio di cultura occidentale di cui l'Italia è stata e continua ad essere un punto di riferimento essenziale.
Se questo è vero, noi, nella rivisitazione del paradigma educativo (quando si fa una legge, non si deve solo indicare una procedura, dare risorse e fornire strumenti, pure importanti, come quelli che mi sono permessa di citare su questo argomento specifico) si deve introdurre una visione, si deve dare un'idea che la società è in grado di assorbire, di modificare e di metabolizzare, a seconda dei contesti storici.
Questa idea io la riassumo in un punto molto semplice. L'Italia può e deve diventare il punto di riferimento culturale nell'Occidente della combinazione di due dimensioni fondamentali: il patrimonio tangibile, con i monumenti che vanno dalle Tavole di Giotto ai monumenti storici che popolano le nostre città, dai più famosi ai meno noti, e il patrimonio intangibile, quel patrimonio fatto di intelligenze, fatto di giovani, fatto di ragazzi che, in qualche caso, su questo sono molto d'accordo, si disperdono stando in classe. In qualche altro caso, si disperdono anche uscendo dalle classi, ma se recuperati, se ricondotti a questa missione comune possono veramente diventare la versione innovativa di quello che oggi, nei Paesi occidentali, sta diventando il nuovo progetto educativo.
Vi ricordate l'acronimo di questo nuovo progetto educativo? STEM: Science, Technology, Engineering and Math. Lo ha detto molto bene Gianfelice Rocca all'Assemblea di Assolombarda qualche giorno fa. Lo abbiamo già recuperato nella nostra visione della scuola. Non è STEM, ma STEAM. Oltre a queste competenze che appartengono tradizionalmente alle scienze della natura, al blocco delle cosiddette "scienze dure", dobbiamo valorizzare, dobbiamo introdurre, dobbiamo mettere in una posizione complementare, continua e costante quella "A" che sta per Arts, se vogliamo usare l'anglismo. Arts non significa solo la storia dell'arte, non significa solo l'educazione musicale. Arts significa quell'approccio umanistico e quell'insieme di valori che sono i valori del pensiero critico, che sono i valori della logica, che sono i valori della filosofia, che se − e solo se − cementati fin dalla scuola primaria, in un unico progetto educativo, possono veramente diventare il modello educativo italiano. Questo significa assumersi delle responsabilità. Mi permetto. Ognuno faccia il suo. Io di mestiere, come forse sapete, sono una studiosa, una professoressa universitaria, quindi condivido anche sensazioni e visioni di impatto diretto, ma, ponendomi doverosamente nel mio attuale ruolo, significa avere la consapevolezza di quali sono i punti su cui insistere.
Sicuramente un punto è l'abbattimento di alcune barriere. L'ha detto bene Armando Massarenti, e lo ringrazio anche per questa precisione su questo punto, che secondo me è fondamentale.
Un altro punto è sicuramente il superamento degli steccati disciplinari, non solo nelle classi, ma anche nel mondo della gestione di questi processi, cioè nella politica.
Lo dico alla presenza del collega e amico, il Ministro Franceschini: credo che questo Governo abbia inaugurato una stagione straordinariamente innovativa anche da questo punto di vista. Il patrimonio tangibile di cui è responsabile il ministero diretto da Dario Franceschini e il patrimonio intangibile di cui sono responsabile nel mio ministero stanno lavorando in maniera integrata per dare questa risposta, per indicare questa strada, per dare questa nuova potenzialità di sviluppo.
C'è il superamento di una storia italiana, che ha già pensato a questo. Non ci siamo inventati qualcosa di rivoluzionario. Dire questo significherebbe misconoscere una consapevolezza dei nostri percorsi didattici e soprattutto universitari, che hanno già avuto questa intuizione. Questa è una storia fatta più di bassi che di alti. Lo dobbiamo ammettere.
Cito un esempio specifico. La facoltà di beni culturali è nata negli anni 1980 con una grande, ragionevole e legittima ambizione: diamo all'Italia il laboratorio di formazione di quegli specialisti che, uscendo dalle aule delle università, possano trovare lavoro (dove, se non in Italia?), possano applicare competenze specialistiche fondate (dove, se non nel Paese che ha il 75 per cento del patrimonio culturale e monumentale?) e che possano finalmente rappresentare una nicchia di specializzazione ad hoc.
Lo dico guardando in sala i miei colleghi (ne vedo qualcuno in prima fila): è stato un successo? È stata una strada percorsa con coraggio e determinazione? No – diciamolo – è stato un percorso incompiuto. Potrei dire anche che è stato un fallimento, ma voglio essere cauta in questo.
Perché è avvenuto questo? Perché dentro l'università la facoltà di beni culturali, come spesso avviene tra professori universitari – diciamolo pure – è diventata lettere bis. Allora, è meglio l'originale della copia, se dobbiamo dirla con molta brutalità.
Il punto cruciale su cui dobbiamo e vogliamo intervenire adesso – e credo che possiamo farlo – riguarda il mondo estero e, quindi, lo sbocco occupazionale per i 20.000 giovani iscritti nelle cinque sedi rimaste in Italia.
Io plaudo alla scelta di chi fa questi studi – sia ben chiaro – e ho il dovere di dare una prospettiva, e non di dire: «Rinuncia e fai una facoltà STEM».
Questo sbocco occupazionale è rimasto appeso. È rimasta una patente straordinariamente nobile e straordinariamente importante, ma che non poteva essere tradotta in nessuna guida di uno strumento o di un veicolo adeguato. Il mondo del lavoro, cioè la società esterna, non era stato preparato in questa direzione.
Noi ripartiamo da lì. Col protocollo che abbiamo firmato con il Ministro Franceschini qualche mese fa, abbiamo individuato alcuni punti di lavoro fondamentali.
Uno – lasciatemelo dire – è lo schema dell'alternanza scuola-lavoro applicato al mondo dei beni culturali, alla gestione e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Abbiamo un progetto, che può diventare un progetto bandiera, ma che non è sicuramente l'unico. Forse è quello che ci apre simbolicamente la pista. Mi riferisco al Progetto Pompei, che interessa quindici scuole e mille allievi già coinvolti in questo processo a cui i nostri tecnici stanno lavorando da alcuni mesi.
Nel corso dei prossimi mesi questo progetto potrà far sì che quel territorio si appropri dell'identità che Pompei rappresenta.
Non si tratta solo di un'alimentazione dell'offerta, cioè del fatto che questi ragazzi potranno diventare, nei cinque percorsi che ora vi denuncio, specialisti di diagnostica del restauro o specialisti di gestione del patrimonio verde che sta intorno al sito, come in tutti i siti archeologici del Paese.
Noi dobbiamo vederlo anche come un alimentatore di sensibilità, signori. Se non si crea una domanda, se non si crea l'ansia di voler fruire di un bene culturale, se non si crea una riaccensione della sensibilità storica, che – vogliamo dirlo – è rimasta un po' sepolta nella storia recente del nostro Paese, non c'è legge, non c'è provvedimento, non c'è classe politica, non c'è Governo della Repubblica che possa dare al nostro Paese un indirizzo diverso.
Questo modello di alternanza funzionerà. Ci hanno detto che non è quello duale. Non è quello duale perché i tedeschi lo fanno meglio e perché sono abituati all'impresa che accoglie, figurarsi se le Sovrintendenze, figurarsi se gli Uffizi sono pronti ad accogliere studenti in formazione. No. Io dico che funzionerà, perché siamo l'Italia, funzionerà perché solo in Italia si può applicare questo schema e solo in Italia si può tradurre l'idea standard, che è funzione in molte parti del mondo, di un laboratorio che fa alternanza, magari sulla progettazione CAD di un laboratorio che è la versione del terzo millennio di quello che un tempo erano i laboratori degli istituti tecnici e professionali.
Se voi traducete visivamente, anche forse con un briciolo di ambizione visionaria, che sempre è necessaria per andare avanti e fare vera innovazione, questa immagine nell'immagine degli Uffizi, nell'immagine di Pompei, nell'immagine anche di un piccolo museo o di una piccola realtà nella nostra Provincia che ne è ricca – solo Firenze, se non ricordo male, il Sindaco mi diceva qualche giorno fa, ha 2.200 musei sparsi nella città dedicati non solo ai temi dell'arte, ma anche a quelli della scienza – se noi questo patrimonio disseminato riusciamo a collegarlo sistematicamente con il percorso di formazione ecco che allora quell'innovazione sociale, quella "A" in quella sequenza che nel mondo è tanto di moda, che tanto sembra poter favorire la crescita di alcuni Paesi e quindi il loro vantaggio competitivo, credo che darà al nostro Paese quella competizione e anche quella voglia di essere più cooperativi nello scenario internazionale, che veramente esso merita.
Voglio concludere con una nota molto personale. Agire sull'offerta, agire sulla domanda, recuperare un'identità e un patrimonio storico-culturale sono doveri civili, nemmeno politici e ovvi per ciascuno di noi, qualunque sia il nostro ruolo nella società, ma forse chi fa politica in questo periodo, chi la fa nel mondo occidentale, chi la fa in un Paese come l'Italia, non può chiudere gli occhi di fronte a quello che sta succedendo dall'altra parte del Mediterraneo, ovvero la distruzione dei beni materiali, del patrimonio tangibile di alcuni Paesi.
Penso al simbolo dell'iconoclastia più feroce degli ultimi tempi, Palmira. Non voglio scandalizzarvi, ma non è un evento meno drammatico dal punto di vista della sua profondità, del suo valore, della morte di un barcone contenente migranti. È l'assassinio di un pezzo della nostra identità. L'Italia ha fatto una cosa molto bella, riconosciuta mi sembra recentemente da UNESCO, cioè l'istituzione dei caschi blu.
Tuttavia, non è solo l'azione politica che ha un suo valore a livello internazionale. È creare quella sensibilità che faccia scandalizzare, che spaventi, che crei una reazione emotiva diffusa nella società, soprattutto nei giovani della nostra società. Se noi riusciamo a fare questo, e se abbiamo un obiettivo ambizioso, come lo abbiamo in questa fusione tra ciò che tocchiamo, vediamo e ammiriamo nella bellezza storica, ciò che è nella nostra coscienza in filogenesi come popolo, come modello educativo, riaggiornandola alla nuova missione, io credo che anche una legge dello Stato, anche un protocollo tra Ministeri, anche un'azione condivisa di Governo può veramente diventare una prospettiva che innova radicalmente e cambia il Paese nel mondo".


Campus Orienta! Roma - Entro il 2020 il 90% dei lavoratori dovrà avere competenze digitali

Oltre 18 mila studenti alla Fiera di Roma

nella seconda giornata di

Campus Orienta! Il Salone dello Studente



Gli incontri della giornata confermano che sono ancora

le facoltà scientifiche a offrire più opportunità di lavoro e che entro il 2020 il 90% dei lavoratori dovrà avere competenze digitali

Roma, 29 ottobre 2015

Sono stati oltre 18 mila gli studenti che hanno affollato gli spazi della Fiera di Roma nella seconda giornata di Campus Orienta! Il Salone dello Studente, la manifestazione organizzata da Class Editori dedicata all'orientamento post-scolastico.
L'evento, che proseguirà anche domani sempre dalle 9.00 alle 14.00, quest'anno presenta 80 proposte formative e professionali di atenei italiani e stranieri, di scuole di formazione, di Enti e Istituzioni e 60 convegni sui temi della formazione, del lavoro e della società.

Oltre agli studenti, in queste prime giornate sono stati tanti anche i docenti che hanno potuto accedere per la prima volta nella storia del Salone a un'area totalmente dedicata, il Teacher's Corner, partecipando ai seminari e corsi organizzati dal MIUR.


La giornata si è aperta con un dibattito legato alle scelte di studio in funzione delle future opportunità lavorative.

Secondo Donatello Montibello del Ministero del Lavoro ad oggi le lauree che offrono più opportunità professionali sono quelle scientifiche.
«Secondo uno studio della Commissione europea nel 2020 il 90% dei lavoratori dovrà avere competenze digitali. Se noi oggi non prendiamo le misure adeguate per fare questo scatto nel 2020 ci saranno 900 mila posti  di lavoro che resteranno vuoti. Per far fronte a questo bisogno abbiamo creato programmi come "Crescere in Digitale", con la collaborazione di Google e Union Camere per formare 6 mila ragazzi che andranno a digitalizzare altrettante imprese. La rivoluzione digitale riguarda però tutti gli ambiti: quelli scientifici e quelli umanistici e non basteranno le competenze di base ma bisognerà sviluppare anche competenze trasversali. In questa direzione il sistema dell'apprendistato e dello stage sono utilissimi. Come MIUR stiamo portando avanti diverse iniziative che mettono in dialogo le università con le aziende».
Nel corso del dibattito è inoltre emerso che nella ricerca di lavoro resta importantissimo il voto di laurea, i tempi in cui ci si laurea e tutte le esperienze collaterali, dal praticare uno sport alle capacità artistiche ma soprattutto i piccoli lavoretti per mantenersi agli studi. Sono tutti elementi importantissimi e determinanti per costruire il profilo di chi aspira al posto di lavoro.

Molta curiosità ha suscitato nei ragazzi la proposta dell'ASI – Agenzia Spaziale Italiana.
Lo spazio è un settore ricco di opportunità per giovani menti brillanti. Per chi desidera lavorare nell'ambito spaziale il primo passo da compiere è scegliere di frequentare una facoltà universitaria scientifica in modo da approfondire le conoscenze di fisica, matematica, meccanica, ingegneria e tanto altro. Successivamente l'ASI sostiene la formazione scientifica di laureandi e giovani ricercatori, attuando programmi specifici nazionali e internazionali in partnership con le università e le principali agenzie spaziali del mondo.

Formazione Wideworld
La provocazione che è stata lanciata ai ragazzi nel corso di questo dibattito è che non bisogna pensare agli studi all'estero unicamente come un'opportunità post-laurea. In molti casi è consigliabile fare questa esperienza prima, subito dopo le superiori e prima di accedere all'università.
Lo studio della lingua deve essere visto come il mezzo e non l'obiettivo e deve essere quindi necessariamente affiancato dalla conoscenza della cultura di un popolo. Sempre di più oggi vengono richieste figure che abbiano approfondito la conoscenza di una realtà economica e sociale e questo richiede tempo e non va rimandato.
Tante le opportunità oggi offerte da mercati come quello Cinese che grazie alle potenti basi create in Italia permette di iniziare lo studio e l'avvicinamento di questa cultura già in Italia.

IL PROGRAMMA DI DOMANI:

Domani il Salone aprirà alle 10.00 con un incontro sul tema "L'Università nel XXI Secolo tra Tradizione ed Innovazione", a cura dell'Università Telematica Internazionale Uninettuno.
Alle 11.00, Le professioni della Radio, incontro a cura di Radio Italia
Alle 12.00, "Da Uomo a Uomo...e non solo", un monologo dedicato al tema del femminicidio a cura di Alberto Micelotta.

Al Salone dello Studente sono presenti numerose offerte formative da parte delle principali università italiane e straniere, accademie, istituti di istruzione superiore e post-laurea, scuole di lingue, enti e aziende che possiamo dividere in tre aree principali:

- Atenei e Accademie: presenza dei più importanti Atenei per chi vuole proseguire la formazione universitaria classica o un percorso di studi alternativo analogo
 - Istituti di Formazione Professionale, Lavoro, Aziende: per coloro che sono orientati ad una
formazione più tecnica, volta a velocizzare l'ingresso nel mondo del lavoro
 - Enti ed associazioni: per illustrare e promuovere le numerose attività promosse dalle Istituzioni
nazionali e locali per i giovani.

A supporto della scelta post-diploma verranno inoltre offerti agli studenti simulazioni test di accesso alle facoltà a numero chiuso, presentazioni in aula delle offerte formative dei vari atenei presenti, workshop sul mondo del lavoro e colloqui singoli e di gruppo con psicologi dell'orientamento.

Campus Orienta! Il Salone dello Studente ha ricevuto il patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma Capitale e del Comune di Roma.

La manifestazione è stata realizzata con la partecipazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dello Stato Maggiore della Difesa e dell'Agenzia Spaziale Italiana, e sviluppata in collaborazione con La Sapienza Università di Roma, Sara Assicurazioni, Erasmus Student Network, la Scuola Europea di Counseling, ACTL Sportello Stage, l'Università Telematica Pegaso e Fiera di Roma.
Partner dell'evento Unicredit e Poste Italiane

L'ingresso a Campus Orienta! Il Salone dello Studente è gratuito, previo accredito sul sito www.salonedellostudente.it.

Corso di formazione gratuito Operatore Industriale dell’Abbigliamento

Una delle figure richieste da imprese di medie e piccole dimensioni del settore tessile e abbigliamento è l’Operatore Industriale dell’Abbigliamento, una figura specialistica con forti competenze manuali che opera un lavoro di precisione, secondo le logiche qualitative del Made in Italy, a livello industriale nelle fasi della produzione di capi di alta qualità. In particolare, non essendoci stato per molti anni un equilibrato ricambio generazionale, si tratta di una figura specializzata particolarmente ricercata.


Per rispondere alle richieste del mercato, Istituto Modartech e Quanta Sistema Moda forniscono un'opportunità concreta con il corso di formazione professionale completamente gratuito “Operatore Industriale dell’Abbigliamento”. L’azione formativa viene realizzata con i Fondi Formatemp.

Il corso si pone l’obiettivo di formare figure in grado di operare all’interno di aziende di produzione di capi d’abbigliamento in pelle e/o tessuto attraverso le capacità di realizzazione di alcune fasi di produzione, cucitura, rifinitura e stiratura, prima della spedizione del capo.

Il corso gratuito “OPERATORE INDUSTRIALE DELL’ABBIGLIAMENTO”, in partenza il 9 Novembre a Pontedera, si rivolge a 12 soggetti in possesso di competenze base di taglio e confezione oltre ad una forte motivazione alla partecipazione, valutate attraverso procedura di selezione in ingresso. Prevede una durata complessiva di 120 ore.

Il corso permette la formazione di figure professionali con diverse possibilità di impiego al termine del percorso; la figura in uscita potrà infatti lavorare all'interno di aziende abbigliamento, confezioni, sartorie.

Le iscrizioni al corso terminano il 4 Novembre con la selezione il 5 Novembre.

Per consultare il bando del corso: www.modartech.com.

Istituto Modartech

Via Tosco Romagnola, 201
Pontedera (PI)
Tel. 0587. 58458
info@modartech.com
www.modartech.com

mercoledì 28 ottobre 2015

Upter | Avviso agli insegnanti della scuola pubblica italiana



AGENZIA FORMATIVA ACCREDITATA MIUR


AVVISO AGLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA

All'Upter puoi utilizzare i 500€
per la tua formazione

Informiamo che l'Upter, nella qualità di agenzia formativa accreditata fin dal 2002 nell'elenco definitivo del MIUR, è uno di quegli enti che può rilasciare le ricevute che giustificano la spesa dei 500 € che gli insegnanti hanno, da quest'anno,  a disposizione per la propria formazione. I docenti possono scegliere qualsiasi corso dell'Upter e/o, previa autorizzazione dell'istituto di appartenenza, ottenere anche l'esonero per frequentarlo.
Clicca qui per leggere il decreto del MIUR che regola l'utilizzo dei 500 €

L'Upter ti invita a partecipare

PRESENTAZIONE LIBRO: LA DIDATTICA NELL'ERA DIGITALE
Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, 10 Novembre 2015 ore 17.30

La Fondazione Astrid organizza un incontro per la presentazione del volume LA DIDATTICA NELL'ERA DIGITALE, a cura di Vittoro Campione.

Leggi tutto  -  Prenotati
INAUGURAZIONE 6° SENSO ART GALlery
A different sense of Art

La nuova gestione della 6° Senso Art Gallery, nelle persone di Barbara Tamburro, Simona Baldi e Antonio Miniaci è lieta di invitarvi Giovedì 29 ottobre alle 18.30

Leggi tutto
NUOVO CORSO STRAORDINARIO: CORSO PER ESAMINATORI CELI
Una opportunità per chi ha la vocazione di insegnare l'italiano agli stranieri.

Il 9 e 10 dicembre 2015 ore 09.00 - 19.30 si terrà il Corso per Esaminatori CELI con rilascio attestato (16 ore) tenuto dal prof. Lorenzo Rocca dell'Università per Stranieri di Perugia. (Cod. 51167)

Orario segreteria
&
Contatti

Dal lunedì al venerdì, ore 9-19 e il sabato, ore 9-13
Telefono: 066920431 - Fax: 0669204360 - Email: info@upter.it



Nuova convenzione

TEATRO ELISEO DI ROMA
Via Nazionale, 183. Roma. Scopri le offerte riservate ai soci Upter. Biglietto e abbonamento.




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2 novembre - all'Università Insubria il Tavolo dedicato alla giustizia riparativa degli stati generali dell'esecuzione penale

STATI GENERALI DELL'ESECUZIONE PENALE:  
ALL'UNIVERSITÀ INSUBRIA IL TAVOLO DEDICATO ALLA GIUSTIZIA RIPARATIVA

Lunedì 2 novembre, a partire dalle 9.30
Chiostro di S. Abbondio, Como


Lunedì 2 novembre il Centro studi sulla Giustizia riparativa e la Mediazione dell'Università degli Studi dell'Insubria ospita, nell'ambito dei lavori del Tavolo 13 istituito presso gli Stati generali dell'esecuzione penale, le audizioni del Dott. Michael Kilchling, senior researcher presso il Max-Planck-Institut, Feiburg i. Br. e Direttore dello European Forum for Restorative Justice, del Dott. Giovanni Ghibaudi, coordinatore dell'Ufficio di Mediazione del Comune di Torino e della Prof.ssa Claudia Mazzucato, docente di Diritto Penale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Le audizioni inizieranno alle 9.30 e si terranno nella Sala Riunioni del Chiostro di S. Abbondio a Como. In particolare, Michael Kilchling e Giovanni Ghibaudi interverranno in mattinata, dalle 9.30 alle 13.00, mentre l'intervento di Claudia Mazzucato si terrà alle 14.45.
Il Tavolo n. 13, dedicato a "Giustizia riparativa, mediazione e tutela delle vittime del reato" e coordinato dalla Prof.ssa Grazia Mannozzi, è uno dei 18 Tavoli tematici voluti dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando: si occupa dei programmi di Giustizia riparativa, ossia quei percorsi che consentono alla vittima di recuperare una posizione di centralità nel procedimento penale e al reo di accettare la responsabilità delle proprie azioni, sanando così la lesione al tessuto sociale che la commissione del reato di fatto ha determinato.
Gli Stati generali dell'esecuzione penale sono iniziati a maggio e termineranno a novembre: sei mesi di ampio e approfondito confronto che porterà a definire un nuovo modello di esecuzione penale. Il lavoro conclusivo prodotto dagli Stati generali si tradurrà concretamente, sia a livello normativo che organizzativo, nelle nuove regole con cui si riformerà il sistema italiano dell'esecuzione penale



Ingresso libero previa iscrizione a cesgrem@uninsubria.it.




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Helen Doron English e lo spirito di Halloween



Cosa accomuna Helen Doron English (un sistema per l'apprendimento della lingua inglese amato da moltissimi bambini nel mondo) e la festa di Halloween?

Lo spirito di questa festa!
In occasione di Halloween infatti si celebrano valori universali come la generosità, l'immaginazione e soprattutto  il senso della comunità.

Lo spirito di Halloween è contagioso. Forse per questo motivo oggi la Festa di Halloween è una della celebrazioni più sentite e diffuse in tutto il mondo.

Si tratta di caratteristiche riscontrabili anche nel metodo Helen Doron English che da 30 anni insegna l'inglese con passione, coinvolgimento e allegria a bambini dai primi mesi d'età fino ai 19 anni.

L'apprendimento di una lingua diversa è in grado di abbattere le frontiere e aprire la mente a culture differenti.
Uno studio effettuato sul metodo Helen Doron English ha riscontrato che più del 20% dei bambini ha constatato che le attività di studio hanno contribuito ad un aumento della fiducia in se stessi, un fattore fondamentale e determinante per confrontarsi e interagire al meglio con gli altri.

Nella tradizione Halloween viene presentata come la notte in cui si aprono le frontiere tra il mondo reale e quello delle tenebre, un'occasione per eliminare completamente tutte le barriere tra le persone.
 
Helen Doron English, come questa Festa, apre una porta sul mondo!
In Italia i centri di insegnamento HELEN DORON ENGLISH sono distribuiti capillarmente in molte regioni.
Per qualsiasi maggiore informazione  www.helendoron.it

Come cambia la Formazione? Scarica il report Docebo su social, informal learning e coaching

docebo
Il Nuovo 70:20:10
Come Cambia la Formazione
Aziende e organizzazioni cercano oggi soluzioni formative in grado di catturare e valorizzare le esperienze "informali": questa ricerca di Docebo e Aberdeen Group evidenzia le opportunita' offerte da social e informal learning, learning on the job e coaching, proponendo applicazioni pratiche per rendere la formazione in azienda piu' collaborativa ed efficace.
La nostra ricerca rivela che:
Il 24% delle organizzazioni sta programmando di adottare nuove modalita' di erogazione della formazione (online, mobile, ecc.) che si rivolgano a diversi stili formativi Le organizzazioni che hanno in programma di incrementare l'offerta formativa nei prossimi 12-24 mesi prevedono di innalzare gli investimenti necessari dell'87% Le probabilita' che le organizzazioni classificate "migliori della categoria" utilizzino contenuti formativi generati da utenti sono maggiori del 78% Le probabilita' che le organizzazioni classificate "top" utilizzino un sistema di Learning Management System (LMS) di tipo social sono cinque volte superiori rispetto alle aziende "standard"
Docebo S.p.A. | 20845 Sovico (MB) | 80134, Napoli (NA)

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