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venerdì 27 febbraio 2015

BUONA SCUOLA – L’Anief continua a pungere: lo sciopero del 17 marzo e la richiesta di maxi indennizzi per i precari non assunti fanno tremare il Governo


Sulle assunzioni, l’esecutivo sta vacillando: ora gli immessi in ruolo sarebbero passati da meno di 1.800 a 20mila. E gli indennizzi fino a 10 mensilità. Sono segnali inequivocabili: si teme l’azione del giovane sindacato, ad iniziare dallo sciopero proclamato dall’ANIEF per il 17 marzo, rivolto a 140.000 docenti supplenti, a seguito dell’intenzione di assumere solo dal Graduatoria ad esaurimento e non pure da quelle d’Istituto. Ma c‘è anche il timore della richiesta di massa di risarcimenti che possono arrivare a 50mila euro a lavoratore. Perché buona parte delle 70mila supplenze oggi al 30 giugno, in realtà sono annuali.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il piano assunzioni non può essere quello che si sta delineando in questi giorni. La sua composizione è davvero troppo distante da quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea in tema di parità di trattamento tra personale di ruolo e precario.

La dura presa di posizione dell’Anief, a seguito delle notizie sulle mancate assunzioni di supplenti abilitati inseriti nelle graduatorie d’Istituto, riportate dai maggiori quotidiani nazionali e confermate oggi dal ‘Sole 24 Ore’, sembra far vacillare le convinzioni del Governo in merito alle assunzioni da attuare nella prossima estate: prima, infatti, è giunta la notizia dello slittamento dei due decreti sulla 'Buona scuola', previsti in discussione in CdM inizialmente per venerdì 27 febbraio; ora giunge quella dell’estensione di 120mila assunzioni (ma non dovevano essere quasi 150mila?), cui “si arriverebbe assumendo i 12mila tra vincitori e idonei del ‘concorsone’ Profumo del 2012, a cui si aggiungerebbero gli 80/90mila precari storici inseriti nelle Gae e altri 20mila circa tra i supplenti annuali delle Graduatorie d'istituto. L'operazione dovrebbe costare poco meno di 700 milioni nel 2015 (i docenti in più sul sostegno sono finanziati dal decreto Carrozza) e un paio di miliardi a regime”.

Secondo l’Anief si tratta di segnali inequivocabili: l’esecutivo teme l’azione del sindacato, ad iniziare dallo sciopero proclamato dal giovane sindacato per il prossimo 17 marzo, rivolto a 140.000 docenti supplenti, a seguito dell’intenzione del Governo di assumere solo dal Graduatoria ad esaurimento e non pure da quelle d’Istituto. Si tratterebbe tuttavia di una vera ingiustizia, perché ci si dimenticherebbe di decine di migliaia di precari, abilitati come gli altri, sfruttati per anni.

“Si continua a traccheggiare su delle decisioni, quando la soluzione sarebbe davvero semplice – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ovvero quella di assumere 200mila supplenti. In caso contrario, lo ribadiamo, copriremo il Miur con una valanga di ricorsi, con la richiesta di risarcimento, già ottenuto più volte in tribunale, che va dai 30mila ai 50mila euro a docente con 10 anni di precariato”.

“A tal proposito, è bene precisare – continua Pacifico – che ci sono 70mila contratti oggi stipulati al 30 giugno che perlopiù andrebbero estesi al 31 agosto, con conseguente richiesta di assegnazione, oltre che dell’indennizzo e degli scatti di anzianità non goduti, anche delle mensilità estive. Quindi, sono davvero tante migliaia le persone che possono ricorrere al tribunale della Repubblica italiana. Ecco, per quale motivo l’Anief insiste e continua a pungere: il piano assunzioni non può essere quello che si sta delineando in questi giorni. La sua composizione è davvero troppo distante da quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea in tema di parità di trattamento tra personale di ruolo e precario”.

L’organizzazione sindacale ricorda che la decisione di assumere tutti i docenti abilitati, prescindendo dal tipo di graduatoria, è uno vero spartiacque: se passerà tale concetto sacrosanto, la Buona Scuola avrà una configurazione ben diversa. Con aspetti decisamente migliori, sul versante delle assunzioni, ma anche per quanto riguarda l’organico funzionale, la mobilità del personale e i servizi formativi che si realizzano a favore degli studenti.

“È evidente che si tratta di un passaggio verso i futuro che i sindacati rappresentativi, e con loro il Governo, non hanno ancora colto – dice ancora il sindacalista Anief-Confedir – benché si trattasse di una direttiva europea vecchia di 15 anni: anche se nel frattempo sono state emesse sentenze storiche, su tutte quella di Lussemburgo di fine novembre, continuano a vivere nella loro immobilità e nel loro conservatorismo ad oltranza. Non comprendendo che, invece, tra i lavoratori della scuola è subentrata al voglia di cambiare: l’istruzione e il Paese. Facendo finalmente prevalere – conclude Pacifico – i valori costituzionali e la difesa del diritto europeo”.

Il giovane sindacato ricorda che tutti i dipendenti della scuola chiamati a votare, dal 3 al 5 marzo prossimi, per il rinnovo delle Rsu d’istituto hanno la possibilità di partecipare a questo cambiamento votando i candidati Anief o astenendosi dal voto laddove non fossero presenti liste Anief.

Per approfondimenti:








Riforma scuola: il MEF a caccia di soldi (Tecnica della Scuola del 26 febbraio 2015)




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